Il riposo delle orchidee

Si sta avvicinando l’inverno e molte volte ci sentiamo dire che certe orchidee in questo periodo devono andare a “RIPOSO”. Ma in cosa consiste il riposo delle orchidee?

Scrivo qui alcuni appunti per permettere soprattutto ai neofiti di capire cosa si intende quando si parla di riposo delle nostre orchidee anche se non è certamente esaustiva come spiegazione e legata molto alle mie esperienze personali in merito oltre che ovviamente a ricerche e letture che non finiscono mai in quanto la collezione tende sempre ad aumentare. Questo per aprire una discussione sull’argomento

Sinteticamente si può dire che è uno stato in cui la pianta rallenta il metabolismo in modo più o meno forte per affrontare delle condizioni climatiche che non sono più adatte uno sviluppo armonico della sua struttura utilizzando di conseguenza le risorse accumulate nel periodo di sviluppo, un po’ come succede con gli orsi, le marmotte e agli animali che in inverno entrano in letargo ma in estate mangiano molto per avere sostanze adatte alla loro sopravvivenza durante il letargo.

Ovviamente non si tratta del riposo fisiologico che normalmente, nelle nostre coltivazioni casalinghe, diamo in inverno un po’ a tutte le nostre orchidee perché la temperatura si abbassa e le ore di luce sono meno per cui riduciamo le irrigazioni e le fertilizzazioni ma di una vera e propria necessità genetica di alcune specie di orchidee

Non dobbiamo però confondere il riposo con la stasi;

  • Il riposo è una necessità genetica della pianta per arrivare ad una bella fioritura e un armonico sviluppo nel periodo vegetativo.
    Normalmente il periodo di riposo si ha con l’abbassamento della temperatura (ma non sempre), la riduzione della ore di luce e la riduzione della quantità di acqua come può avvenire nelle zone monsoniche dove si hanno estati molto calde e piovose ed umide e inverni molto freddi e asciutti (un po’ al contrario di quello che avviene da noi). Quindi il periodo di riposo si ha con l’inverno e cessa quando la pianta inizia a trovarsi nuovamente in condizioni favorevoli emettendo nuove vegetazioni e/o radici
  • La stasi non è una necessità genetica della pianta ma è un sistema di sopravvivenza della pianta dovuta ad un periodo transitorio e breve legato a condizioni climatiche momentanee non favorevoli che possono avvenire in qualsiasi periodo dell’anno. In queste condizioni la pianta entra in una fase di risparmio delle proprie energie ma questo non è il riposo perché appena le condizioni migliorano la pianta riprende in pieno il proprio ciclo vegetativo. Come ad esempio:
    • in estate se le temperature sono in modo costante troppo alte rispetto alle necessità della pianta e l’acqua/umidità non viene data con abbondanza
    • In inverno se le temperature sono in modo costante più basse rispetto alla necessità della pianta

Ovviamente non tutte le orchidee entrano in riposo, le orchidee che vivono in zone dove la differenza di stagione non è molto differenziata, in zone dove la costanza di caldo/umido si ha un po’ per tutto l’anno non hanno un periodo di riposo, ma in zone dove la differenza delle stagioni è accentuata, dove il clima è caldo e piovoso in estate ma freddo/fresco e secco o solo particolarmente secco in inverno, dove le stagioni sono a regime monsonico ecco queste possono avere un periodo di riposo più o meno forte in base al tipo di orchidea

Molte volte si dice che le Phalaenopsis non hanno riposo, questo è vero per le Phalaenopsis ibride ma non è vero per alcune Phalaenopsis botaniche, soprattutto per quelle di alta quota dove invece il diminuire del periodo di luce, il diminuire della temperatura o la carenza di pioggia le porta nel periodo invernale ad affrontare anche per loro un riposo più o meno secco e più o meno lungo ed in alcuni casi anche alla perdita delle foglie.

Il tipo di riposo

Per il riposo ci sono da tenere sempre presenti i vari tipi di riposo a cui poniamo le nostre orchidee:

  • Riposo leggero: normalmente questo riposo ha una durata di uno massimo due mesi e consiste soprattutto nel ridurre le irrigazioni e permettere al substrato di asciugare prima di irrigare nuovamente e può avvenire indipendentemente dalla temperatura ma legato alla riduzione di luce e/o alla scarsità di pioggia come può avvenire con alcune Phalaenopsis e Oncidium
  • Riposo asciutto: è il riposo che si fa con molti Dendrobium, alcune CoelogyneCymbidium e altre orchidee dove tendenzialmente si evita di bagnare per lunghi periodi a meno che non ci siano significativi segni di sofferenza dovuti alla carenza di acqua (canne che raggrinziscono troppo, pseudo bulbi che se si raggrinziscono, ecc.) in questo caso si fanno delle leggere irrigazioni/nebulizzazioni al substrato o alle foglie/radici se in zattera come se fosse effetto della nebbia o della condensa notturna o di rugiada
  • Riposo secco: è’ un riposo davvero secco con orchidee tipo le Catasetinae (Catasetum, Mormodes, Clowesia, Cycnoches e loro ibridi) dove le radici della pianta in inverno seccano e di conseguenza non sono in grado di assorbire liquidi per cui bagnando le radici secche marcirebbero portando a marciume anche la pianta, in questo caso non si bagna finché non si vedono apparire delle nuove radici (attenzione radici non nuova vegetazione), alcuni autori/collezionisti consigliano di mettere queste orchidee durate il riposo sopra il quadro elettrico della serra o della casa così si è sicuri di non bagnare per evitare danni peggiori

Cosa altro interessa nel periodo di riposo

Durante il periodo di riposo ci sono da tenere sempre presenti alcune cose che sono importanti:

Umidità – quando si parla di riposo pensiamo sempre ad un riposo secco, nulla di più sbagliato perché in natura anche nei periodi di “riposo” c’è la nebbia, la rugiada, le nuvole basse, la condensa notturna, ecc. per cui la pianta ha sempre una umidità ambientale e radicale (non dimentichiamo che sono epifite attaccate agli alberi) tale da permettere la loro sopravvivenza

Temperatura – Mentre per la maggioranza la temperatura è significativa e il riposo coincide anche con l’abbassamento della temperatura e la riduzione di ore di luce, per alcune termofile è in particolare la carenza di pioggia che porta la pianta ad un periodo di riposo

Luce – non dobbiamo pensare che la pianta che entra in riposo debba essere messa anche in una zona ombrosa, nella maggioranza dei casi in natura il periodo di riposo corrisponde anche al periodo in cui si ha la maggior luminosità/insolazione dovuta anche alla perdita delle foglie delle piante su cui crescono le orchidee, quindi quando una pianta entra in riposo facciamo in modo che prenda anche tanta luce e anche sole un po’ diffuso

Fertilizzazione – nel periodo di riposo indipendentemente dal tipo citato la fertilizzazione va sempre sospesa

Difficilmente la pianta ci manda dei messaggi che deve o sta entrando in riposo perché l’ingiallimento delle foglie o la perdita delle foglie può essere dovuto a fattori di coltivazione e non di necessità di riposo, sta a noi quindi capire quando e se la pianta ha necessità di riposo consultando il venditore da cui abbiamo acquistato la pianta, consultando libri di coltivazione orchidee, ricercando in internet informazioni in merito alla pianta, sentendo chi già coltiva quel tipo di pianta in modo da poter un poco alla volta conoscere meglio le orchidee che coltiviamo

Per alcune orchidee il riposo, che come detto è genetico, è un degli elementi fondamentali per una buona coltivazione ma non preoccupatevi troppo se ad un Dendrobium nobile o ad una Coelogyne cristata non abbiamo fatto fare il riposo, la pianta non fiorirà ma non morirà, preoccupiamoci invece se non abbiamo fatto fare il riposo ad una Catasetinae perché le probabilità di un decesso della pianta è molto alto

Molti coltivano le piante in vaso altri sulle zattere e si pensa che il cambio di metodo di coltivazione possa portare ad diverso metodo di gestione del riposo, questo non è vero, e mi sembra utile precisare che non esiste una regola generale su come e quando bagnare o non bagnare la pianta in riposo indipendentemente dal sistema di coltivazione ma è l’osservazione della pianta quella che ci fa capire il momento giusto. Questo perché la situazione ambientale varia oltre che per la specie di orchidea anche da chi coltiva in casa quindi avrà un ambiente diverso da chi coltiva in serra o di chi ha dedicato una stanza della casa alla coltivazione delle sua orchidee, quindi umidità, luce, temperatura sono diverse in ogni situazione.

Come risultato di questa variazione ambientale la gestione del riposo delle orchidee è soprattutto e principalmente legato alla osservazione e conoscenza delle orchidee che coltiviamo.

Inoltre non pensiamo che quando si dice abbassamento di temperatura si debba pensare solo al freddo perché è l’insieme dei fattori abbassamento temperatura – riduzione quantità di acqua – riduzione delle ore di luce (non della intensità) cito alcuni semplici esempi di piante che geneticamente avrebbero bisogno di riposo ma che sono all’opposto come temperatura:

  • La Coelogyne cristata che ha necessità di un riposo molto freddo, in natura sta intorno ai 2-4°C notturni (le mie le tengo intorno ai 6-7°C ma a volte la temperatura scende anche sotto lo 0°C), asciutto ma molto luminoso anche con parecchio sole
  • Il Dendrobium nobile (botanico) che ha necessità di un riposo freddo 10°C ( i miei li tengo assieme alle Coelogyne cristate), asciutto e molto luminoso
  • La Phalaenopsis lowii che è una Phalaenopsis termofila ovvero amante del caldo e nel suo ambiente le temperature minime sono sempre come minimo 18°C ma in inverno (da dicembre fino a marzo) vi è una quasi totale carenza di acqua ma umidità mediamente alta
  • La Phalaenopsis wilsonii che è una Phalaenopsis che nel periodo invernale sta al freddo anche con temperature intorno allo 0-2°C con carenza di acqua ma umidità mediamente alta

Quindi come potete notare da questi esempi che non è possibile stabilire delle regole generali relative al riposo se non la conoscenza della pianta.

Ma quando finisce il riposo?

Normalmente il riposo termina alla ripresa vegetativa della pianta quando le condizioni climatiche che hanno determinato la condizione genetica del riposo terminano (temperatura che si rialza, ore di luce più lunghe, piovosità in aumento), ovvero quando si vede che la pianta uscendo dal riposo inizia a fare nuove vegetazioni, radici o un buon movimento radicale, questo vale per la maggioranza delle orchidee che geneticamente hanno necessità di riposo più o meno lungo, diverso è il discorso delle Catasetinae dove il termine del riposo è da considerarsi quando si vede la formazione di nuove radici e non nuove vegetazioni

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